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In questa terra incontaminata dell'alto maceratese ha preso forma l'idea di reintrodurre la coltivazione della pianta della lavanda che già anticamente aveva affascinato la comunità rurale di queste zone con i suoi colori, odori e proprietà. Lo studio, l'utilizzo e la coltivazione delle erbe aromatiche in generale, delle quali la lavanda fa parte, interessava nell' ottocento il Prof. Vincenzo Ottaviani, docente di Botanica nella Facoltà di Medicina dell' Università di Camerino: egli si occupò di piante medicinali, sia raccogliendole sull’Appennino, sia coltivandole nell’Orto botanico che istituì nel 1828 (http://www.ortobotanicoitalia.it/marche/camerino/). 

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La derivazione etimologica del nome ( da lavare) non lascia dubbi e ricorda l'uso che i Romani facevano di questa pianta: la usavano per profumare l'acqua dei bagni e come detergente. Plinio il Vecchio la descrisse come una delle erbe curative più utilizzate ed oltre che per il  gradevolissimo profumo, era conosciuta anche per le sue proprietà rinfrescanti.  Nell’antico Egitto l’olio di lavanda era usato come uno dei componenti per mummificare i defunti . Nel  Medioevo invece con una varietà di Lavandula si preparava lo Sticadore, un medicinale per curare il singhiozzo , nausea, vomito, crampi intestinali e patologie del tratto gastrointestinle in generale.  E’ solo nel periodo Elisabettiano che la lavanda esce dall’utilizzo puramente medico e inizia a diffondersi nell’ambito della profumeria: si utilizzava  per la preparazione dei pot-pourri per profumare la casa, la biancheria ed il corpo. L’usanza della lavanda come profuma biancheria nasce infatti proprio da quest’epoca quando le dame cucivano all’interno delle loro ampie sottane dei sacchetti imbottiti di fiori di lavanda per profumare sè stesse e gli abiti . Nel 1900 un certo René Maurice Gattefossé durante uno dei suoi esperimenti si ustionò gravemente una mano. Sapendo che in medicina la lavanda veniva utilizzata per lenire le scottature e le infiammazioni, immerse immediatamente la mano in un recipiente contenente olio di lavanda che si trovava sul suo banco di lavoro. Impressionato dal risultato cominciò lo studio e l’analisi di altre piante officinali cercando di scoprirne le già provate proprietà terapeutiche ed è proprio  con gli studi sugli oli essenziali che cominciò il percorso che portò alla magnifica aromaterapia moderna.